top of page

Le criptovalute in Russia per aggirare le sanzioni

La risposta degli Stati Uniti e dell'Europa a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è stata quella di imporre forti sanzioni alla Russia. I Russi possono usare le criptovalute per aggirare queste sanzioni? Facciamo un po' di chiarezza.



Come sempre, se preferisci il formato video, ti lascio qui sotto il video che ho realizzato sul canale YouTube Informatizzato.



Iniziamo!


Le sanzioni

Il presidente degli Stati Uniti ha appena annunciato delle forti sanzioni in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Queste sanzioni hanno come intento quello di limitare la capacità della Russia di usare il dollaro, la sterlina e lo yen per fare affari con gli stati esteri.

Questo tipo di risposta non è cosa nuova, è in linea con quanto fatto negli anni passati. Anche perché le sanzioni sono l’unico strumento utilizzabile in questo momento per colpire la Russia evitando di aggravare il conflitto.


Le sanzioni economiche in generale sono molto efficaci.

Si stima infatti che le sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Russia nel 2014, a seguito dell’invasione della Crimea, siano costate alla Russia qualcosa come 50 miliardi di dollari l’anno.

Ma le cose sono cambiate da allora. In particolare le criptovalute hanno preso molto piede e il mercato per le valute digitali si è allargato a quasi tutti i paesi sviluppati.


È per questo che durante l’evolversi di una guerra, dove sentiamo di nuovi attacchi, morti e feriti a ogni ora del giorno, mi tocca andare su Twitter e leggere che tutto questo è un bene per le criptovalute. Perché i russi che non possono usare le valute estere compreranno bitcoin e simili per condurre i loro affari.


Allora, a parte lo schifo di vedere persone festeggiare perché la loro moneta virtuale è salita di prezzo durante una guerra, mi chiedo: ma davvero i russi possono usare le criptovalute per aggirare le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati?


La preparazione

La prima cosa da sapere è che la Russia si aspettava una reazione di questo tipo, è se è vero che stava pianificando l’attacco all’ucraina da mesi come dicono i giornali, ha avuto tutto il tempo del mondo per prepararsi alle conseguenze.


È anche vero che gli Stati Uniti sanno che il principale motivo per cui le sanzioni sono così efficaci e possono essere usate come arma diplomatica è che il dollaro è tutt'oggi ancora la valuta più usata al mondo: le banche di tutto il mondo hanno grosse riserve di dollari, gli scambi internazionali di petrolio e materie prime si fanno in dollari e il dollaro è accettato in quasi tutti i paesi del mondo per comprare beni e servizi.

Gli Stati Uniti sono anche consapevoli che le criptovalute sono una minaccia per il dollaro negli scambi internazionali, e negli ultimi anni hanno sviluppato molte misure per tracciarle e bloccarle.


Per applicare le sanzioni economiche e farle rispettare, un governo in pratica crea una lista di persone e aziende che i suoi cittadini e le sue imprese devono evitare a tutti i costi, e chiunque sia beccato a fare affari con un membro di questa lista va incontro a multe salatissime.

Il punto cruciale di questo sistema di sanzioni sono le banche. Infatti tutti i pagamenti internazionali passano attraverso varie banche e ognuna di queste ha i mezzi e il dovere di controllare che i soldi non arrivino da persone in lista nera o che non siano diretti ad aziende oggetto di sanzioni.


Le criptovalute sono indipendenti dal sistema bancario e quindi sono immuni ai controlli tradizionali, quindi si, in questo senso sono un’alternativa per i russi.


Ma anche loro sono soggette a una serie di problemi e non sono immuni dal tracciamento, infatti negli ultimi anni sono nate aziende specializzate nell’esaminare le blockchain per tracciare le transazioni sospette e contrastare il riciclaggio.


I problemi delle criptovalute

Il primo problema è proprio procurarsi la criptovaluta. Prendiamo Bitcoin come esempio, anche se questo ragionamento vale anche per le altre crypto.

La maggior parte degli scambi avviene sui grossi exchange, che hanno sede in vari paesi tra cui Stati Uniti, Cina, e le Isole Cayman, e che sono obbligati ad attuare le procedure antiriciclaggio da vari anni.

Un grosso trasferimento verso uno di questi exchange difficilmente passerebbe inosservato.


Anche supponendo di riuscire a trasferire grosse somme su un exchange, non è detto che ci sia abbastanza offerta per coprire la domanda. Infatti il volume di bitcoin scambiati nel più grande exchange al mondo, Binance, che ha sede nelle Isole Cayman, è di circa 5 miliardi di dollari al giorno, considerando tutte le coppie di scambio.

Ora 5 miliardi possono sembrare tanti, ma ricordiamo che si tratta di volume di scambi e non di liquidità.

Lo stesso bitcoin potrebbe essere comprato per 40mila dollari e rivenduto a 50mila lo stesso giorno, andando a creare un volume di 90mila dollari da un solo bitcoin.

La liquidità presente nei grossi exchange non è assolutamente sufficiente a finanziare gli sforzi bellici russi, tantomeno per farlo senza far schizzare in alto i prezzi e renderlo palese.


Supponiamo però che qualcuno riesca a procurarsi grosse somme di bitcoin.

Il prossimo problema è convincere la persona o l’azienda con cui vuoi fare affari ad accettarli come pagamento.

Per quanto si dica che bitcoin è anonimo, tutte le transazioni sono pubbliche. E come accennato prima, ci sono aziende specializzate che osservano costantemente la blockchain in cerca di transazioni sospette.

I mezzi per mascherare queste transazioni comunque ci sono, e sono sicuro che un miliardario si affiderebbe a un esperto per condurre queste operazioni.


Quindi supponiamo che il pagamento vada a buon fine e che l’affare sia concluso.

I problemi non finiscono qui.

Chiunque abbia ricevuto quei bitcoin deve convertirli in valuta legale, anche perché tenere grosse somme in criptovalute di questi tempi non è esattamente sicuro.

Quindi essenzialmente si ripropone il problema di prima: i bitcoin devono essere inviati a un exchange e convertiti in dollari, euro, o rubli.


Vedi? In ognuno di questi passaggi ci sono dei punti deboli e varie cose che potrebbero andare storte. Ad esempio il trasferimento verso l’exchange potrebbe essere bloccato, oppure i bitcoin appena acquistati potrebbero essere segnalati come sporchi e bloccati da tutte le aziende che collaborano con i paesi NATO.


Le alternative

Esistono delle alternative ad ognuno di questi passaggi, ma ogni alternativa ha dei punti deboli.


Ad esempio si potrebbe decidere di usare Monero al posto di Bitcoin, che è l’unica vera criptovaluta completamente anonima, ma praticamente tutti gli exchange limitano i trasferimenti e gli scambi di monero al loro interno, proprio per paura che venga usato per il riciclaggio.


Si potrebbero usare gli exchange decentralizzati al posto di quelli classici. Questo eliminerebbe il controllo dell’intermediario, ma la liquidità sarebbe troppo poca e sarebbe impossibile convertire grosse somme.


In effetti il modo migliore per procurarsi la criptovaluta sarebbe non di comprarla, ma di ottenerla in altri modi.

Il mining potrebbe essere una via. Del resto russia e cina sono già in possesso delle più grandi mining farm del mondo, e anche se il mining in teoria è illegale in questi paesi, è risaputo che le autorità chiudono un occhio sulla questione. Ma anche qui i guadagni non sarebbero sufficienti.


Un modo decisamente efficace è ottenere bitcoin e altre criptovalute tramite attacchi informatici, nello specifico tramite ransomware. Si tratta di virus informatici che vanno a crittografare tutti i file del computer colpito per poi chiedere un riscatto all’utente, di solito da pagare in bitcoin o monero.

Questo effettivamente è un pericolo reale, soprattutto con la nascita di servizi che vendono ransomware già pronti all’uso a chiunque voglia eseguire un attacco su larga scala.


Vediamo, un altro modo per procurarsi criptovalute potrebbe essere… creare un token.

Si, basterebbe creare un token dal nome attuale e poi venderlo ai polli che sperano di guadagnarci in cambio di una vera valuta.


Come? Lo hanno già fatto? Non so perché, ma non mi sorprende.


0 commenti

Post correlati

Mostra tutti

Resta Informatizzato

Non perderti mai un nuovo post.

Grazie per l'iscrizione!

bottom of page